Dal Dizionario

anātman

In sanscrito, “non-sé” o “assenza del sé”, o più in generale “insostanzialità”; il terzo dei “tre segni” (trilakṣaṇa) dell’esistenza, insieme all’impermanenza (anitya) e alla sofferenza (duḥkha).

"The Princeton Dictionary of Buddhism"

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Un Profondo Senso del Valore Umano

Nella storia buddhista la parola silenzio corrisponde alla retta visione: vedere l’impermanenza, la verità che tutto appare, scompare e muta di momento in momento. L’impermanenza non è qualcosa che si osserva oggettivamente: è qualcosa che si gusta direttamente. Allora l’impermanenza ti rende silenzioso, perché l’impermanenza è molto quieta. Quel silenzio ti connette con un profondo senso di valore umano.