Quando non sapete cosa state facendo, in realtà agite pienamente, con una mente totale. Quando pensate, non siete ancora all’opera. Quando iniziate ad agire, sono presenti sia il lato oscuro sia il lato luminoso. Quando praticate realmente la via buddhista, c’è un lato luminoso e uno oscuro, e il rapporto tra la luce e l’oscurità è questo rapporto 有 [ari], come il rapporto tra la pelle e il corpo. In realtà non si può dire quale sia la pelle e quale il corpo.
Dal Dizionario
samādhi
Pronunce
In pāli e sanscrito, “concentrazione”. È l’abilità di stabilire e mantenere uno stato mentale fisso e unificato (cittaikāgratā) diretto verso un unico oggetto di contemplazione.
Nei testi dell’Abhidhamma pāli, la concentrazione (ekaggatā) è indicata come uno dei sette fattori mentali (cetasika) che accompagnano in modo costante ogni momento di coscienza (citta, manas o vijñāna).
La concentrazione viene distinta in base alla qualità della coscienza con cui si accompagna. La “Retta Concentrazione” (sanscrito: samyak-samādhi, pāli: sammā-samādhi) è la concentrazione unita a stati mentali salutari (kuśala) ed è annoverata non solo tra gli elementi del Nobile Ottuplice Sentiero, ma anche tra i sette fattori del risveglio.
Sviluppata al massimo grado, la concentrazione porta al raggiungimento degli stati di assorbimento meditativo (sanscrito: dhyāna, pāli: jhāna, cinese: chán, giapponese: zen).
Secondo l’Abhidhamma pāli, nella pratica della meditazione di calma (samatha), si distinguono tre livelli di concentrazione:
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Concentrazione preparatoria (parikamma-samādhi), il grado di concentrazione stabilito all’inizio di una sessione di meditazione.
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Concentrazione di accesso o di prossimità (upacāra-samādhi), che sorge quando il praticante si avvicina ma non entra ancora nel primo livello di assorbimento meditativo; è caratterizzata dall’apparizione nella mente di un’immagine rappresentativa (paṭibhāga-nimitta) dell’oggetto di meditazione.
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Concentrazione di conseguimento o piena (appanā-samādhi), che è il livello di concentrazione che sorge con l’ingresso e la dimora in uno qualsiasi degli stati di assorbimento (jhāna).
"The Princeton Dictionary of Buddhism"