Dal Dizionario
yunshui
Pronunce
In cinese, letteralmente “nuvole e acqua”; termine abbreviato dall’espressione “nuvole che si muovono e acqua che scorre” (Cinese Tradizionale: 行雲流水; Wade-Giles: hsing yün liu shui; Pinyin: xíng yún liú shuǐ; Giapponese: kōun ryūsui; Coreano: haengun yusu), usata per riferirsi a un praticante buddhista itinerante che, come le nuvole o l’acqua, è sempre in movimento e non si stabilisce mai.
Il termine è particolarmente associato alla scuola Chan (Zen), dove designa un monaco Chan in formazione. Il termine implica che un novizio debba viaggiare tra diversi monasteri e apprendere da vari maestri come parte del suo addestramento, piuttosto che rimanere legato a un solo monastero o a un unico insegnamento. Nello Zen giapponese contemporaneo, unsui si riferisce ai sacerdoti novizi che intraprendono l’addestramento e vivono in un sōdō (sala del saṃgha, vedi sengtang) in un centro di formazione Zen. Un “abito di nuvola” (Cinese Tradizionale: 雲衣; Wade-Giles: yün i; Pinyin: yún yī; Giapponese: unnō), per estensione, indica la veste di un monaco logora per la vita itinerante. Durante il periodo Edo (1600–1868), il termine unsui si diffuse anche col significato di viaggio libero e gioioso, come rappresentato nel romanzo Tōkaidōchū hizakurige (“Viaggio lungo la via Tōkaidō a dorso di pony”) di Jippensha Ikku (1765–1831). Unsui è anche contrapposto all’espressione “draghi ed elefanti” (Cinese Tradizionale: 龍象; Wade-Giles lung hsiang; Pinyin: lóng xiàng; Giapponese: ryūzō; Coreano: yongsang; vedi hastināga), usata comunemente nei testi Chan per riferirsi a un adepto avanzato della pratica.
"The Princeton Dictionary of Buddhism"
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