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Come fanno i Buddha, con la loro immensa misericordia e compassione, a predicare il Dharma (Legge) agli esseri senzienti?
Parliamo della loro misericordia e compassione come immense proprio perché vanno oltre la causalità (e quindi sono infinite). Con misericordia si intende veramente non concepire un Buddha da illuminare, mentre con compassione si intende veramente non concepire esseri senzienti da liberare.50
In realtà, il loro Dharma non è predicato a parole né altrimenti significato; e coloro che ascoltano non sentono né raggiungono. È come se un insegnante immaginario avesse predicato a persone immaginarie. Per quanto riguarda tutti questi dharma (insegnamenti), se, per amore del Sentiero, vi parlo dalla mia conoscenza più profonda e vi guido avanti, sarete certamente in grado di comprendere ciò che dico; e, per quanto riguarda la misericordia e la compassione, se per il vostro bene mi metto a pensare e a studiare i concetti degli altri—in nessuno dei due casi avrete raggiunto una vera percezione della natura reale della vostra stessa Mente DAL VOSTRO INTERNO. Quindi, alla fine, queste cose non saranno di alcun aiuto.
Note
50 I Maestri Zen, nel loro desiderio univoco di condurre i loro discepoli oltre il regno del dualismo, vorrebbero che abbandonassero anche la nozione stessa di compassione, poiché porta al concetto dualistico del suo opposto. Per gli adepti Zen, la compassione deve essere praticata come una questione di corso e senza dare luogo al minimo sentimento di autocompiacimento. Ancora meno può essere praticata come mezzo per ottenere qualche ricompensa celeste o terrena. ↩