Parte Due – La Cronaca di Wan Ling del Maestro Zen Huang Po (Tuan Chi)

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Il nostro Maestro partecipò una volta a un’assemblea presso l’Ufficio dei Commissari Imperiali del Sale, alla quale era presente anche l’Imperatore T‘ai Chung in veste di śramanera.6 Il śramanera notò il nostro Maestro entrare nella sala di culto e fare una triplice prostrazione al Buddha, al che chiese: «Se non dobbiamo cercare nulla dal Buddha, dal Dharma o dal Sangha, cosa cerca Vostra Reverenza con tali prostrazioni?»

«Anche se non cerco nulla dal Buddha,» rispose il nostro Maestro, «né dal Dharma, né dal Sangha, è mia abitudine mostrare rispetto in questo modo.»

«Ma a cosa serve?» insistette il śramanera, al che ricevette improvvisamente uno schiaffo.

«Oh,» esclamò. «Quanto siete rozzo!»

«Cosa significa questo?» gridò il Maestro. «Immaginate di fare una distinzione tra raffinato e rozzo!» Così dicendo, gli diede un altro schiaffo, facendo sì che il śramanera si allontanasse!7

Note


6 Qui, probabilmente, significa un laico che aveva preso dieci precetti invece dei normali cinque.


7 Questa storia è, per chiunque sia familiare con le usanze delle corti orientali, da far rizzare i capelli. Il fatto che Huang Po abbia osato schiaffeggiare l’Imperatore Divino, il Figlio del Cielo, indica sia l’immensità del prestigio personale del Maestro sia l’assoluta mancanza di paura che deriva logicamente da una convinzione incrollabile che la vita samsarica non sia altro che un sogno. La disponibilità dell’Imperatore ad accettare il colpo senza reagire indica la profondità della sua ammirazione per il Maestro. Bisogna ricordare che Huang Po, in quanto uno dei vari Maestri appartenenti a una setta relativamente piccola, senza alcuna autorità temporale, non può essere paragonato a un papa o arcivescovo occidentale che, in determinate circostanze, potrebbe essere in grado di colpire un imperatore regnante impunemente grazie alla sua autorità di Principe della Chiesa.


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