Parte Due – La Cronaca di Wan Ling del Maestro Zen Huang Po (Tuan Chi)

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Quando Kāśyapa ricevette il sigillo della Buddhità da Gautama Buddha, fece uso di parole durante la sua ulteriore trasmissione?

Sì.

Allora, poiché tentò di trasmetterlo con parole, anche lui dovrebbe essere incluso tra le persone con corna di montone.

Kāśyapa ottenne una realizzazione diretta della Mente originale, quindi non è uno di quelli con le corna. Chiunque ottenga questa realizzazione diretta della Mente del Tathāgata, comprendendo così la vera identità del Tathāgata e percependo la sua vera apparenza e forma reale, può parlare agli altri con l’autorità del vero figlio spirituale del Buddha. Ma Ānanda,34 sebbene abbia servito il suo Maestro per vent’anni, non riuscì a percepire altro che la sua apparenza e forma esteriore, e per questo fu ammonito dal Buddha con queste parole: «Coloro che si concentrano interamente sull’aiutare il mondo non possono sfuggire dall’essere tra quelli con le corna.»35

Note


34 Il discepolo più amorevole di Gautama Buddha, la cui compassione superava la sua saggezza.


35 Questa citazione non intende sminuire la compassione di Ānanda, ma indicare che anche la devozione più altruista verso gli altri non è un mezzo effettivo per ottenere la liberazione. Se la liberazione potesse essere ottenuta semplicemente come risultato di buone azioni, Ānanda l’avrebbe guadagnata molte volte. In alcune sette buddhiste, l’enfasi principale è posta su opere di pietà e carità; nello Zen, nobiltà di cuore e azioni sono prerequisiti per i seguaci del Sentiero, ma non fanno parte del Sentiero verso la Liberazione stessa.


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