Nel senso comune, il tempo sembra essere qualcosa di separato dagli esseri, ma Dōgen Zenji dice che questa è solo la nostra idea di tempo, un’immagine provvisoria che creiamo, non l’immagine totale del tempo.
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Un Profondo Senso del Valore Umano
Nella storia buddhista la parola silenzio corrisponde alla retta visione: vedere l’impermanenza, la verità che tutto appare, scompare e muta di momento in momento. L’impermanenza non è qualcosa che si osserva oggettivamente: è qualcosa che si gusta direttamente. Allora l’impermanenza ti rende silenzioso, perché l’impermanenza è molto quieta. Quel silenzio ti connette con un profondo senso di valore umano.
IKKA-NO-MYOJU 一顆明珠
Una Perla Luminosa
Sanguinante e in preda a un grande dolore, il Maestro Gensa rifletté seriamente: «Si dice che questo corpo non sia vera esistenza. Da dove viene allora il dolore?» Tornò quindi da Seppo. Seppo gli chiese: «Che cosa c’è, Bi del dhūta?» Gensa rispose: «In definitiva, non posso essere ingannato dagli altri.»
Nella luce c’è la completa oscurità
Quando non sapete cosa state facendo, in realtà agite pienamente, con una mente totale. Quando pensate, non siete ancora all’opera. Quando iniziate ad agire, sono presenti sia il lato oscuro sia il lato luminoso. Quando praticate realmente la via buddhista, c’è un lato luminoso e uno oscuro, e il rapporto tra la luce e l’oscurità è questo rapporto 有 [ari], come il rapporto tra la pelle e il corpo. In realtà non si può dire quale sia la pelle e quale il corpo.
Lo Shinji Shōbōgenzō del Maestro Dōgen
【4】Il Sutra del Cuore di Mǎzǔ
Liáng, l’abate del Monte Xī nel distretto di Hóng, un giorno divenne discepolo del Maestro Mǎzǔ. Il Maestro Mǎzǔ chiese: «Su quale sutra tieni le tue lezioni?»
Lo Shinji Shōbōgenzō del Maestro Dōgen
【3】Il Bufalo d’Acqua di Nánquán
Il Maestro Zhàozhōu Cōngshěn della provincia di Héběi chiese al Maestro Nánquán: «Cosa accade a una persona che ha riconosciuto l’esistenza? Dove va?»
Lo Shinji Shōbōgenzō del Maestro Dōgen
【2】Il Maestro Bǎizhàng Rimane Seduto
Il Maestro Huángbò Xīyùn, sul Monte Huángbò nella provincia di Fújiàn, chiese al Maestro Bǎizhàng Huáihái<: «Quando voglio condividere con gli altri gli insegnamenti che ci hai trasmesso, come dovrei insegnarli?»
Lo Shinji Shōbōgenzō del Maestro Dōgen
【1】Lo Scacciamosche di Qīngyuán
Un giorno il Maestro Shítóu Xīqiān fece visita al Maestro Qīngyuán Xíngsī del Tempio Jìngjū sul Monte Qīngyuán.
Il Maestro Qīngyuán gli chiese: «Da dove vieni?»
Il Maestro Shítóu rispose: «Da Cáoxī.»
Il Maestro Qīngyuán (sollevando il suo hossu) disse: «C’è qualcosa come questo a Cáoxī?»
Lo Shinji Shōbōgenzō del Maestro Dōgen
Shōbōgenzō e le Quattro Visioni
Quando avevo diciotto anni, trovai un libro intitolato Shobogenzo. Fu scritto nel XIII secolo dal fondatore della scuola buddhista in Giappone basata sulla pratica dello Zazen. Il suo nome è Maestro Dogen. Allora trovai lo Shobogenzo quasi impossibile da leggere, e rimasi meravigliato che potesse esistere un libro scritto nella mia lingua che non riuscivo minimamente a comprendere. Eppure, pur non capendolo, avevo la sensazione che quel libro potesse contenere cose importanti e preziose.
Lo Zen e L’Occidente
Lo Zen non sta forse diventando una moda?
Che importanza ha? Una moda è la risposta a un bisogno, ma non dura. Per durare, una pratica richiede impegno e perseveranza. Ci sono sempre persone che comprendono e continuano, al di là delle mode passeggere. La moda lascia sempre qualcosa dietro di sé. L’onda si ritira, ma l’oceano rimane.