«I Buddha dei tre tempi dicono tutti che abbandonare la vita familiare è realizzare la verità. I maestri ancestrali delle generazioni successive che hanno trasmesso il sigillo della mente del Buddha erano tutti śramaṇa. Forse è stato osservando rigorosamente il vinaya che hanno potuto diventare modelli universali per il triplice mondo. Perciò, nella pratica (zazen)…
Dal Dizionario
pātra
Pronunce
In sanscrito significa “ciotola delle elemosine” o “scodella da questua”: è il recipiente che monaci, monache, postulanti e novizi — maschi e femmine — usano per raccogliere il cibo elemosinato (piṇḍapāta). La ciotola è uno degli otto requisiti (pariṣkāra) concessi al monaco e, insieme alla veste, rappresenta il suo possesso più visibile e simbolico.
Data la sua onnipresenza nel monachesimo buddhista, la ciotola ha un alto valore sia pratico sia simbolico, ed è spesso menzionata nella letteratura e nelle istituzioni buddhiste. Esistono regole precise sui materiali ammessi o vietati per la sua fabbricazione: di solito è in ferro o in terracotta e può avere tre dimensioni (grande, media o piccola).
Offrire cibo ai monaci è uno dei principali mezzi attraverso cui i laici accumulano merito religioso, e la ciotola simboleggia il legame di mutuo sostegno al cuore della relazione tra monastici e laici. Una delle più gravi sanzioni che il saṃgha può imporre ai laici è rifiutare le loro offerte: questo atto di censura estrema è chiamato “rovesciare la ciotola” (pātranikubjana) ed è inflitto, ad esempio, a chi danneggia gli interessi del saṃgha, insulta monaci o monache o parla irrispettosamente del Buddha, del Dharma o del saṃgha. Quando il laico si pente e ripara le proprie colpe, il saṃgha pone fine al boicottaggio “raddrizzando la ciotola” e accettando nuovamente le sue offerte.
In tutte le tradizioni buddhiste, le ciotole appartenute a maestri del passato sono considerate reliquie e talvolta sono custodite in reliquiari. In alcune scuole, specialmente nella tradizione chán, la ciotola veniva trasmessa da maestro a discepolo come simbolo della continuità della linea di trasmissione e segno di autorità spirituale. Vedi anche takuhatsu.
"The Princeton Dictionary of Buddhism"
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