Ju significa “ricevere” e kai significa i precetti buddhisti. Quindi jukai significa “ricevere i precetti”. Il modo tradizionale di entrare nell’ordine buddhista è ricevere i precetti. È una cerimonia che segna l’ingresso nella vita buddhista, il diventare buddhisti. Il maestro Dōgen attribuiva grande valore al ricevere i precetti; in questo capitolo spiega quale sia questo valore e fornisce un quadro della cerimonia di ricezione dei precetti.
Zen-en-shingi1 afferma: «I Buddha dei tre tempi dicono tutti che abbandonare la vita familiare è realizzare la verità. I maestri ancestrali delle generazioni successive che hanno trasmesso il sigillo della mente del Buddha erano tutti śramaṇa.2 Forse è stato osservando rigorosamente il vinaya che hanno potuto diventare modelli universali per il triplice mondo. Perciò, nella pratica (zazen) e nell’indagine della verità, i precetti sono al primo posto. Se non ci allontaniamo dagli eccessi e non ci guardiamo dagli errori, come sarebbe possibile realizzare lo stato di Buddha e diventare un patriarca? Il metodo per ricevere i precetti: le tre vesti e il pātra devono essere preparati, insieme a vestiti nuovi e puliti. Se non si hanno vestiti nuovi, lavare bene quelli vecchi. Non prendere in prestito le vesti e il patra di un altro per salire sulla piattaforma e ricevere i precetti. Concentrarsi con tutto il cuore e fare attenzione a non andare contro le circostanze. Assumere la forma del Buddha, entrare in possesso dei precetti del Buddha, ottenere ciò che il Buddha ha ricevuto e usato: queste non sono piccole cose. Come potrebbero essere trattate alla leggera? Se prendessimo in prestito le vesti e il patra di un altro, anche se salissimo sulla piattaforma e ricevessimo i precetti, non riceveremmo affatto i precetti. Non essendoci riusciti, diventeremmo persone senza precetti per tutta la vita, fraternizzando senza motivo nel lignaggio della vacuità e consumando invano le offerte devote. I principianti nella verità non hanno ancora memorizzato i precetti del Dharma; sono i maestri, non dicendo nulla, che fanno cadere le persone in questo errore. Ora è stata pronunciata una severa esortazione. Si spera sinceramente che la incidiate nei vostri cuori. Se avete già ricevuto i precetti degli śrāvaka3, dovreste ricevere i precetti del bodhisattva. Questo è l’inizio dell’ingresso nel Dharma.»
Nei Cieli Occidentali e nelle Terre Orientali, ovunque la trasmissione sia passata tra i patriarchi buddhisti, all’inizio dell’ingresso nel Dharma vi è inevitabilmente la ricezione dei precetti. Senza ricevere i precetti non siamo mai discepoli dei Buddha, né discendenti dei maestri ancestrali, poiché essi hanno visto «abbandonare gli eccessi e guardarsi dagli errori» come «praticare lo [za]zen e investigare la verità». Le parole «i precetti sono al primo posto» sono già il tesoro dell’occhio del vero Dharma stesso. Realizzare lo stato di Buddha e diventare un patriarca significa inevitabilmente ricevere e mantenere il tesoro dell’occhio del vero Dharma; perciò, i maestri ancestrali che ricevono l’autentica trasmissione del tesoro dell’occhio del vero Dharma inevitabilmente ricevono e mantengono i precetti buddhisti. Non può esserci un patriarca buddhista che non riceva e mantenga i precetti buddhisti. Alcuni li ricevono e li mantengono sotto il Tathāgata, e questo in ogni caso equivale ad aver ricevuto il sangue vitale. I precetti buddhisti ora autenticamente trasmessi da Buddha a Buddha e da patriarca a patriarca furono trasmessi esattamente solo dal Patriarca ancestrale di Sugaku4 e, trasmessi cinque volte in Cina, giunsero al Patriarca fondatore di Sōkei5. Le autentiche trasmissioni da Qinqyuan, Nanyue e così via6 sono state tramandate fino a oggi, ma ci sono vecchi veterani inaffidabili e simili che non ne sono affatto a conoscenza. Sono davvero pietosi. Che «dovremmo ricevere i precetti del bodhisattva; questo è l’inizio dell’ingresso nel Dharma» è proprio ciò che i praticanti devono sapere. L’osservanza secondo cui «dovremmo ricevere i precetti del bodhisattva» è stata in ogni caso autenticamente trasmessa da coloro che hanno a lungo appreso e praticato nel santuario interiore dei patriarchi buddhisti; non è realizzata da persone negligenti e pigre. In tale osservanza, in ogni caso, si brucia incenso e ci si prostra davanti al patriarca-maestro7, e si chiede di ricevere i precetti del bodhisattva. Una volta ottenuto il permesso, ci si lava e ci si purifica, e si indossano abiti nuovi e puliti. Oppure si possono lavare gli abiti [già in uso], poi spargere fiori, bruciare incenso, eseguire prostrazioni e mostrare riverenza, e quindi indossarli. Ci si prostra ampiamente davanti alle statue e alle immagini, ci si prostra ai Tre Tesori e ci si prostra ai venerabili patriarchi; ci si libera da vari impedimenti; e così si è in grado di rendere puro corpo e mente. Queste osservanze sono state a lungo autenticamente trasmesse nel santuario interiore dei patriarchi buddhisti. Dopodiché, nel luogo di pratica, l’ācārya che presiede istruisce debitamente il ricevente a fare prostrazioni, a inginocchiarsi8 e, con i palmi delle mani giunti9, a pronunciare queste parole:
«Prendo rifugio nel Buddha, prendo rifugio nel Dharma, prendo rifugio nel Saṃgha.»
«Prendo rifugio nel Buddha, onorato tra i bipedi.10»
«Prendo rifugio nel Dharma, onorato come al di là del desiderio. Prendo rifugio nel Saṃgha, onorato tra le comunità.»
«Ho preso rifugio nel Buddha, ho preso rifugio nel Dharma, ho preso rifugio nel Saṃgha.» (Detto tre volte.)
«Il Tathāgata, lo stato ultimo, supremo, retto ed equilibrato della verità, è il mio grande maestro, in cui ora prendo rifugio. D’ora in avanti non sarò devoto ai demoni malvagi e ai non buddhisti. Ciò è dovuto alla compassione [del Tathāgata]. È dovuto alla sua compassione.» (Ripetuto tre volte.)
«Buoni figli!11 Ora che avete scartato il falso e vi siete dedicati al vero, i precetti già vi circondano. Riceverete i Tre Precetti Puri Riassunti.»
«Uno: Il precetto dell’osservanza delle regole. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Due: Il precetto dell’osservanza della Legge morale. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Tre: Il precetto di beneficiare ampiamente gli esseri viventi. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«I precedenti Tre Precetti Puri Riassunti non devono essere violati. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questi precetti, oppure no?» Risposta: «Posso osservarli.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte. «Queste cose dunque dovreste osservare.» Il ricevente esegue tre prostrazioni e si inginocchia con i palmi delle mani giunti.
«Buoni figli! Avete già ricevuto i Tre Precetti Puri Riassunti. Riceverete i Dieci Precetti. Sono semplicemente i puri e grandi precetti dei Buddha e dei bodhisattva.»
«Uno: Non uccidere. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Due: Non rubare. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Tre: Non indulgere nella brama sessuale. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Quattro: Non mentire. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Cinque: Non vendere alcolici. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Sei: Non discutere delle trasgressioni di altri bodhisattva, siano essi laici o monaci. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Sette: Non lodare sé stessi né criticare gli altri. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Otto: Non lesinare il Dharma né i beni materiali. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Nove: Non adirarsi. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«Dieci: Non insultare i Tre Tesori. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questo precetto, oppure no?» Risposta: «Posso osservarlo.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte.
«I precedenti Dieci Precetti non devono essere violati. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, potete osservare questi precetti, oppure no?» Risposta: «Posso osservarli.» Domanda posta tre volte, risposta data tre volte. «Queste cose dunque dovreste osservare.» Il ricevente esegue tre prostrazioni.
«Le precedenti Tre Devozioni, i Tre Precetti Puri Riassunti e le Dieci Gravi Proibizioni sono ciò che i Buddha hanno ricevuto e mantenuto. Dal vostro corpo presente fino al conseguimento del corpo del Buddha, questi sedici precetti dovreste dunque osservare.» Il ricevente esegue tre prostrazioni. Poi si recita il canto in sanscrito [che inizia] «Shi-shi-kai…»12, dopo di che si dice:
«Prendo rifugio nel Buddha, prendo rifugio nel Dharma, prendo rifugio nel Saṃgha.» Quindi il ricevente lascia il luogo di pratica.
Questa osservanza della ricezione dei precetti è stata trasmessa autenticamente e senza eccezione dai patriarchi buddhisti. Personaggi come Danxia Tianran13 e Śramaṇera Ko di Yaoshan14 hanno similmente ricevuto e mantenuto [questi precetti]. Ci sono stati maestri ancestrali che non hanno ricevuto i precetti del bhikṣu1, ma non c’è mai stato un maestro ancestrale che non abbia ricevuto questi precetti del bodhisattva autenticamente trasmessi dai patriarchi buddhisti. Noi li riceviamo e li manteniamo senza fallo.
Shōbōgenzō Jukai
Anno non registrato.
Note
1 Zen-en-shingi (Criteri Puri per i Monasteri Zen) è un testo in dieci fascicoli compilato dal maestro Chōrō Shūjaku nel 1103. Questa citazione dal primo fascicolo compare anche nello Shōbōgenzō, cap. 83, Shukke, e cap. 86, Shukke-kudoku. ↩
2 Il termine sanscrito śramaṇa significa “colui che si sforza”, “colui che intraprende la pratica”, ossia un monaco buddhista. ↩
3 Si riferisce ai precetti assunti dai buddhisti Hīnayāna (250 precetti per i monaci e 348 per le monache), in contrapposizione ai 16 precetti del bodhisattva enumerati in questo capitolo. ↩
4 Il maestro Bodhidharma (菩提達磨), primo patriarca in Cina. ↩
5 Il maestro Dajian Huineng (大鑒慧能), sesto patriarca in Cina. ↩
6 Il maestro Qingyuan Xingsi (青原行思) e il maestro Nanyue Huairang (南嶽懷讓) furono due dei diversi successori del maestro Dajian Huineng. Le linee di discendenza dei maestri delle scuole Sōtō, Unmon e Hōgen risalgono a Qingyuan Xingsi. Le linee di discendenza dei maestri delle scuole Igyō e Rinzai risalgono a Nanyue Huairang. ↩
7 祖師 (soshi) è solitamente tradotto come “maestro ancestrale” ed è spesso usato per riferirsi al maestro Bodhidharma. In questo caso significa un maestro vivente che è patriarca. ↩
8 長跪 (chōki, lett. “inginocchiamento esteso”): ginocchia a terra, cosce e busto allineati in linea retta. ↩
9 合掌 (gasshō): palmi uniti, con le punte delle dita rivolte verso l’alto all’altezza delle narici. ↩
10 Nel testo originale, il prendere rifugio nel Buddha è riportato su una riga separata, in segno di riverenza. ↩
11 善男子 (zennanshi), abbreviazione di 善男子善女人 (zennanshi-zennyonin), “buoni figli e buone figlie”. Queste parole sono comunemente pronunciate dal Buddha nei sūtra buddhisti. Si veda, ad esempio, LS 3.56. ↩
12 Il verso cinese, originariamente un canto in sanscrito, si trova nel primo volume del sūtra Bussetsu-chōjitsumyō-zanmai-kyō. I quattro versi sono i seguenti: 処世界如虚空、如蓮華不著水、心清浄超於彼、稽首礼無上尊 (SHI-SHI-KAI-JI-KI-KUN / JI-REN-KA-FU-JA-SHI / SHIN-SHINJIN-CHO-I-HI / KI-SHU-RIN-BU-JO-SON), «Essere nel mondo è come lo spazio; / come un fiore di loto che non tocca l’acqua. / La mente è pura e oltre il mondo oggettivo. / Mi prostro davanti a colui che è supremamente venerabile.» ↩
13 Il maestro Danxia Tianran (丹霞天然, 739–824), discepolo del maestro Shitou Xiqian (石頭希遷), fu famoso per aver bruciato una statua lignea del Buddha per scaldarsi e per altri comportamenti non ortodossi. Studiò anche sotto il maestro Mazu Daoyi (馬祖道一). Il Keitoku dentō roku, cap. 14, riporta che ricevette i precetti del bodhisattva ma non i 250 precetti del bhikṣu. ↩
14 Discepolo del maestro Yaoshan Weiyan (藥山惟儼). Si veda cap. 21, Kankin. Dopo aver lasciato l’ordine del maestro Yaoshan, visse in una capanna lungo una strada e insegnò ai viaggiatori di passaggio. È menzionato anche nel Keitoku dentō roku, cap. 14, come qualcuno che ricevette i precetti del bodhisattva ma non i 250 precetti del bhikṣu. ↩
15 比丘戒 (biku-kai) indica i 250 precetti che si sono sviluppati in India durante l’epoca del Buddhismo Hīnayāna. ↩