【1】Lo Scacciamosche di Qīngyuán

Caso Principale

Un giorno il Maestro Shítóu Xīqiān1 fece visita al Maestro Qīngyuán Xíngsī2 del Tempio Jìngjū sul Monte Qīngyuán.

Il Maestro Qīngyuán gli chiese: «Da dove vieni?»

Il Maestro Shítóu rispose: «Da Cáoxī3

Il Maestro Qīngyuán (sollevando il suo hossu4) disse: «C’è qualcosa come questo a Cáoxī?»

Il Maestro Shítóu disse: «No, non a Cáoxī, e neppure in India.»

Il Maestro Qīngyuán disse: «Non sei mai stato in India, vero?»

Il Maestro Shítóu disse: «Se andassi in India, potrei trovare un hossu come il vostro.»

Il Maestro Qīngyuán disse: «Non sei mai stato in India, quindi dovresti dire qualcosa in accordo con la tua esperienza.»

Il Maestro Shítóu disse: «Il Maestro potrebbe esprimere una o due parole concrete, invece di lasciar dire tutto a me.»

Il Maestro Qīngyuán disse: «Non è che io mi rifiuti di dire qualcosa per te, ma se lo facessi non saresti in grado di colpire il bersaglio da solo in futuro.»

Commento

Il Maestro Qīngyuán Xíngsī fu discepolo del Maestro Huìnéng, il sesto patriarca in Cina, e Shítóu Xīqiān divenne suo discepolo. Il Maestro Shítóu proveniva da Cáoxī, dove il Maestro Huìnéng aveva vissuto in vita. Il Maestro Qīngyuán Xíngsī era piuttosto orgoglioso dei suoi discorsi sul Buddhismo e, usando il suo hossu, chiese al Maestro Shítóu se a Cáoxī gli insegnamenti sul Buddhismo venissero spiegati bene quanto i suoi. L’hossu, un raffinato scacciamosche in crine di cavallo portato da un maestro buddhista, è un simbolo della verità buddhista.

Nella sua risposta, il Maestro Shítóu utilizzò l’hossu come simbolo concreto degli insegnamenti di Qīngyuán. Disse che non esistevano altri insegnamenti esattamente come quelli di Qīngyuán, né nel luogo da cui proveniva, né persino in India.

Il Maestro Qīngyuán fece notare che Shítóu non poteva sapere dell’India, dato che non vi era mai stato, ma Shítóu rispose che poteva essere possibile trovare insegnamenti simili a quelli di Qīngyuán in India, la patria del Buddha Gotama.

Tuttavia, Qīngyuán pensava che avrebbe dovuto essere più realistico in ciò che diceva. Affermò che dovremmo parlare solo a partire dalla nostra esperienza.

Il Maestro Shítóu si trovò un po’ in difficoltà su come rispondere in modo da soddisfare Qīngyuán, e chiese al Maestro di aiutarlo.

Infine, il Maestro Qīngyuán Xíngsī disse che per lui sarebbe stato facile dire qualcosa, ma che farlo avrebbe privato Shítóu della possibilità di esprimere la propria verità.

La struttura della storia contiene quattro diversi punti di vista. Il primo è quello idealistico o intellettuale, rappresentato dalla domanda di Qīngyuán sui discorsi buddhisti e simboleggiato dall’hossu. Nel secondo punto di vista, Shítóu guarda alle cose in maniera materialistica. L’hossu – l’hossu fisico che Qīngyuán aveva sollevato – esisteva solo in quel luogo, non in India né a Cáoxī.

Il Maestro Qīngyuán non era soddisfatto e voleva sentire qualcosa da una prospettiva più realistica. Sapeva che Shítóu non era mai stato in India, e gli chiese di parlare dall’esperienza, non per supposizione. Dal punto di vista ultimo, il Maestro Qīngyuán sapeva che Shítóu doveva imparare a esprimere la propria verità. Nessuno poteva farlo al suo posto.

Note


1 Shítóu Xīqiān 700–79 (石頭希遷; Giaponese: Sekitō Kisen). Erede di Qīngyuán Xíngsī, fu l’ottavo patriarca Ch’án (Zen).


2 Qīngyuán Xíngsī 660-740 (青原行思; Giapponese: Seigen Gyōshi). Settimo patriarca Ch’án durante la dinastia Tang, successore di Dàjiàn Huìnéng.


3 Il tempio in cui insegnò il sesto patriarca Dàjiàn Huìnéng.


4 Lo Hossu (払子; Cinese: Fuzi; Sanscrito: vālavyajana) è un bastone corto a cui sono legati un fascio di crini di cavallo, peli di mucca, yak o fili di canapa, brandito da un prete buddhista zen. Spesso descritto come uno “scaccia mosche”, si crede che il bastone protegga dai desideri, ma serva anche a liberarsi dalle mosche senza ucciderle. Lo hossu è considerato uno dei simboli dell’autorità di un maestro Zen nell’insegnare e trasmettere il Buddha-Dharma ed è spesso passato dal maestro al suo erede.