Karma
Cos’è il karma?
Karma significa “azione”.
Se colpisci qualcuno, spari, punti il dito, il tuo gesto ha un effetto. Proprio come lo zazen ha un effetto, qui, ora e anche in futuro.
Esiste il karma del corpo, della parola e della coscienza. Se uccidi una persona, anche se non vieni mai catturato né processato, un giorno il karma di quell’atto si manifesterà sicuramente, nella tua vita o in quella dei tuoi discendenti. Non è una questione di moralità.
Lo zazen è il miglior karma: la postura del corpo è semplice e precisa. Sei in silenzio e la tua mente è al di là del pensiero. Il karma scompare. Non c’è bisogno di evitarlo né di coprirlo. Ma il buon karma, quello sì: bisogna cercare di crearlo.
Durante lo zazen lasci passare sogni e illusioni, ed essi svaniscono. Non-pensare non significa dormire; significa pensiero fresco. Lo zazen rinfresca il cervello, e i lineamenti del volto diventano nobili. Quando si riposa il proencefalo, dove avviene il pensiero razionale, sorge una saggezza infinita…
Karma e destino significano la stessa cosa?
No, non sono la stessa cosa.
Karma significa azione. Azione del corpo, della coscienza, della parola. Se ti colpisco con un pugno, per esempio, questa è un’azione che diventa karma. Quando parliamo, creiamo karma. Quando pensiamo, generiamo un karma che pianta un seme nella coscienza alaya. Se rubi, quello è karma: un karma negativo che porterà frutti negativi.
Una volta, durante una sesshin6, uno dei miei discepoli non si comportò bene — troppo sesso, troppo alcol — e il giorno in cui se ne andò ebbe un incidente in auto con una ragazza. Quella volta, il karma è riemerso molto in fretta. Anche le piccole azioni ritornano. Qualunque cosa facciamo con il corpo, la parola o il pensiero, sicuramente crea karma.
Quando nasci, erediti un karma: quello dei tuoi antenati, dei tuoi nonni, per esempio. Ma il karma può cambiare, mentre il destino è una costante. Se pratichi lo zazen, il tuo karma cambia completamente: migliora.
Durante lo zazen, il corpo genera il karma più alto, perché la postura è l’atto più elevato. Lo stesso vale per la parola: le parole non sono così efficaci, mentre il silenzio è il karma migliore. Anche la coscienza durante lo zazen è la più alta e produce il karma più elevato. In questo modo puoi trasformare un destino negativo in un destino positivo.
Il karma è uno dei principi fondamentali del Buddhismo, anche se il problema di come trasformarlo esiste in altre religioni. Come ci si disconnette dal proprio karma negativo per avere un karma migliore? Credo che lo zazen sia il metodo più efficace.
La coscienza è molto importante. Le altre religioni e filosofie si occupano solo del karma del corpo e della parola. Ma come si crea un buon karma del pensiero? Attraverso la coscienza hishiryo.
Dove inizia il karma personale?
Qui e ora. Si manifesta continuamente, in ogni istante, anche durante lo zazen. Smette di apparire solo nella tomba.
E quando si dorme?
Si sogna: è il karma che riaffiora. Ci si muove, ci si gratta; anche a letto si compiono azioni. Quando si è bevuto troppo si russa. Il karma sorge, si manifesta ovunque. Questo è il karma.
Se sei venuto qui e hai praticato lo zazen, significa che il tuo karma passato è sicuramente emerso. Il solo fatto di essere venuto indica che un buon karma del passato ti ha spinto a farlo.
Non è così facile scegliere deliberatamente di compiere solo buone azioni. Ma praticare lo zazen è un’azione assoluta. Questo da solo crea un karma positivo infinito, e anche quel karma riaffiorerà inevitabilmente. Anche se una persona pratica zazen una sola volta e non torna mai più, quel karma influenzerà comunque la sua esistenza.
Se qualcuno ha un karma negativo, come può interessarsi allo zazen?
Tutti hanno un karma negativo. Anche tu hai un karma negativo. Il karma non è un blocco unico. Esistono molti tipi diversi di karma. La sorgente è completamente pura, ma gli affluenti sono fangosi. Ogni tuo pensiero, ogni tua azione influenza il corpo, il volto. Ogni singola cosa diventa karma. Se dici una bugia, crei karma.
Recitare l’Hannya Shingyo genera buon karma. Tenere la bocca chiusa nella vita quotidiana genera buon karma. Le persone parlano sempre. Il silenzio è buon karma.
Se desideri un cibo raffinato e non lo mangi, crei buon karma. Se bevi troppo whisky o cognac e poi smetti, quello diventa buon karma. Ma ogni singola cosa genera karma.
Praticare lo zazen è il karma più grande, il karma assoluto. Ma il karma non è una cosa sola. I due piatti della bilancia devono sempre restare in equilibrio: una cosa buona pesa contro una cattiva.
Cosa significa “confessare il proprio karma negativo”?
Significa osservare le proprie azioni passate: “Lì ero stato buono, lì ero stato cattivo”. Attraverso la pratica dello zazen si può diventare sempre più profondamente consapevoli dei propri punti deboli, dei propri lati oscuri — e non solo in termini morali. Non si può mentire a se stessi. Questa è la confessione.
“Continuo a praticare zazen e più pratico, più vedo che sono la creatura peggiore sulla terra.” Se capisci questo, allora stai diventando veramente profondo. Se comprendi oggettivamente il tuo ego, sei come un dio.
Questa è la dimensione più alta. Durante lo zazen puoi comprendere. Non è necessario confessare agli altri, solo a se stessi. Questa è la confessione migliore.
Una persona davvero folle non può capire di esserlo, ma un pazzo che capisce di essere pazzo non è poi così pazzo. La condizione normale della mente è il satori!
Quando si sa di avere dei difetti, è meglio combatterli deliberatamente o ignorarli in silenzio e lasciarli cambiare da sé?
Entrambe le cose. Gli occidentali inventano continuamente distinzioni e creano dualismi, ma in realtà entrambi gli atteggiamenti sono necessari.
Voler cambiare deliberatamente significa avere uno scopo, e questo è vano. Al primo ostacolo si inciampa. A volte, però, avere un obiettivo può essere utile.
Se vuoi comprendere veramente e in profondità, non devi avere nulla. Pratica lo shikantaza. Se lotti continuamente per ottenere qualcosa, finirai per diventare come un asceta, un eremita tra le montagne. Ma anche quello è solo un’altra forma di egotismo.
Se continui a praticare zazen, andrai oltre qualità e difetti.
Come il pittore, devi lasciar andare il tuo ego per creare un capolavoro.
Concentrati senza alcuno scopo, qui e ora, e non fare del voler cambiare un obiettivo.
Cosa sono le buone azioni?
La pratica dello zazen è l’unico atto o gesto assoluto.
Anche se si desidera compiere diecimila buone azioni, nella realtà non è così facile: essere gentili con qualcuno, per esempio. Milioni di buone azioni sono possibili, ma se non ti sei liberato dal desiderio di ottenere qualcosa, sarà molto difficile compierle.
Se pratichi lo zazen puoi essere gentile, puoi amare senza uno scopo, in modo inconscio, naturale, automatico. Non è necessario fare una scelta con la propria volontà personale. Puoi fare qualsiasi cosa, ma non devi scegliere!
Oggi molte persone vogliono compiere buone azioni. Il cervello capisce: “Si dovrebbe agire così o colà…” e impone dei limiti. È la volontà — la tua volontà personale — che cerca di dettare legge, e così tutto diventa complicato.
Se segui l’ordine cosmico, puoi creare un vero buon karma, tornando alla sorgente dello zazen. Questa è fede. Questa è l’azione della vera religione.
Se ci pensi con la coscienza personale, se devi fare una cosa o un’altra per seguire i dettami dell’etica o della moralità, allora la vita diventa difficile. Limiti la tua esistenza e non riesci a trovare la vera libertà.
Ma se pratichi lo zazen, le tue azioni diventano libere — inconsciamente, naturalmente, automaticamente.