Così ho udito: Una volta il Bhagavan dimorava vicino a Shravasti nel Giardino di Anathapindada, nella Foresta di Jeta, insieme all’intera assemblea di 1250 bhikshu e a un gran numero di intrepidi bodhisattva. Un giorno, prima di mezzogiorno, il Bhagavan indossò la sua veste rattoppata, prese la sua ciotola ed entrò nella capitale di Shravasti…
Dal Dizionario
tathāgata
Pronunce
In sanscrito e pāli, letteralmente “colui che è così venuto / così andato”, ed è generalmente reso come “il Così-Andato”. Insieme a bhagavat, tathāgata è uno degli epiteti più comuni del Buddha ed è il termine che il Buddha utilizza frequentemente nei sūtra per riferirsi sia a se stesso sia ai Buddha del passato. Il composto sanscrito può essere interpretato sia come “colui che è così andato” (tathā + gata) sia come “colui che è così venuto” (tathā + āgata), e questa ambiguità ha dato luogo a traduzioni differenti nelle varie lingue.
La radice sanscrita √gam, oltre a significare “andare” o “venire”, è usata anche in composti con il senso di “comprendere”; da qui una valenza secondaria del termine come “colui che comprende le cose così come sono” (tathā). La traduzione cinese si è stabilizzata su “Colui che è così venuto” (rúlái), mentre quella tibetana (de bzhin gshegs pa) riflette l’ambiguità dell’originale sanscrito, potendo significare sia “così venuto” sia “così andato”.
I commentari pāli elencano tradizionalmente otto (e talvolta fino a sedici) spiegazioni del termine, alcune delle quali potrebbero essere di origine pre- o non buddhista, forse derivate dalla tradizione jaina. Nei testi pāli più antichi, tathāgata sembra evocare soprattutto la conoscenza infinita del Buddha, senza un chiaro tentativo di definirne l’etimologia. I commentatori successivi offriranno varie interpretazioni, tra le più comuni quelle secondo cui il Buddha è “così venuto” nel mondo come i Buddha del passato, oppure “così andato” avendo raggiunto il nirvāṇa come i Buddha del tempi precedenti. Altre spiegazioni ancora identificano tathāgata con il concetto di tathatā, la “cosità” o “così-essere” della realtà.
"The Princeton Dictionary of Buddhism"