Caso Principale
Il Maestro Mihu di Jingzhao disse a un monaco di andare dal Maestro Yangshan Huiji e di porgli questa domanda: «Un uomo che vive nel momento presente ha bisogno dell’illuminazione oppure no?»
Il Maestro Yangshan Huiji disse: «Non è vero se dico che non c’è illuminazione, ma non posso evitare di cadere in una coscienza duale».
Tornato dal Maestro Mihu, il monaco gli riferì ciò che il Maestro Yangshan aveva detto.
Il Maestro Mihu confermò fermamente le parole del Maestro Yangshan.
Commento
“Cadere in una coscienza duale” significa entrare nello stato in cui la nostra coscienza è divisa. In questo stato, c’è un “Io” che osserva, definito in alcuni koan come una “seconda persona”. Questa è la modalità di essere nel mondo soggetto-oggetto, ed è, per sua stessa natura, parziale; non comprende tutta la realtà. Quando agiamo, la nostra coscienza diventa intera e perdiamo la consapevolezza della separazione tra soggetto e oggetto.
Il Maestro Yangshan disse che, sebbene non potesse negare che per lui esistesse uno stato di illuminazione, era anche vero che a volte cadeva in un modo diviso di vedere il mondo. Questa fu una risposta molto realistica e onesta. La visione idealistica è che l’illuminazione sia improvvisa e completa. Una volta ottenuto il grande premio spirituale dell’illuminazione, diventiamo superuomini spirituali o dei, non più turbati dalle piccole preoccupazioni della vita. Il Maestro Yangshan sosteneva che, sebbene a volte sperimentiamo uno stato di illuminazione, a volte la nostra coscienza è divisa.